Antonio De Matteis:
eleganza sartoriale e passione per il mare
Il mare è spesso associato a concetti come libertà, orizzonte e avventura. Qual è il suo primo ricordo legato ad esso e da dove nasce la passione per il mare?
Amo il mare perché mi regala un senso di infinito, uno spazio aperto in cui tutto sembra possibile. Sono nato a Napoli, più precisamente a Posillipo, e fin da bambino ho avuto il privilegio di affacciarmi ogni giorno su uno dei panorami più belli del mondo, dominato dal mare. Ancora oggi, ogni volta che lo guardo, provo la stessa emozione. Il mare ha la capacità straordinaria di svuotare la mente, di liberarti da ogni pensiero.
Kiton e SACS rappresentano entrambe l’eccellenza italiana nei rispettivi settori. Quali valori fondamentali vede in comune tra la sartorialità di Kiton e l’ingegneria nautica di SACS?
Il mio incontro con SACS è nato in modo abbastanza spontaneo, grazie alla mia grande passione per il mare e il mondo della nautica. Fin da subito ho avuto l’opportunità di conoscere Christian Grande, con il quale è scattata immediatamente una sintonia. Come noi, è profondamente attento ai dettagli, all’innovazione e a tutto ciò che rompe gli schemi. Questo approccio, così creativo e non convenzionale, è sorprendentemente vicino a quello che adottiamo in Kiton: pur essendo un’azienda profondamente legata alla tradizione sartoriale, l’innovazione per noi è un valore imprescindibile.
La nautica, come la sartoria, richiede un’attenzione maniacale ai dettagli e una ricerca costante della perfezione. C’è un aneddoto o un momento particolare nella sua carriera in cui un dettaglio, apparentemente insignificante, ha fatto la differenza tra un buon risultato e un risultato eccezionale?
L’attenzione maniacale al dettaglio è, senza dubbio, ciò che fa la differenza. Mio zio Ciro diceva sempre: “Il meglio è +1”. Ed è proprio in quel “+1” che risiede la nostra filosofia: non accontentarsi mai, non sentirsi mai arrivati. Quel dettaglio in più, quel gesto inatteso, è ciò che consente di sorprendere il cliente, superando le sue aspettative. Ogni stagione, ogni collezione, è un’opportunità per costruire un guardaroba perfetto, e questo si ottiene solo attraverso una cura estrema per ogni singolo particolare.
Vivere il mare, per molti, significa staccare la spina e ritrovare se stessi. C’è un luogo in particolare sul mare che la ispira o dove ama rifugiarsi per ricaricare le energie e magari trovare nuove idee per Kiton?
Per me il mare – e la barca – rappresentano davvero l’unico momento in cui riesco a staccare completamente la spina. Da napoletano, sono circondato da luoghi straordinari come Capri, Ischia, Procida o la Costiera Amalfitana. Ma c’è un posto in particolare che porto nel cuore: Sant’Angelo d’Ischia. È un minuscolo borgo pedonale, con un porticciolo dove possono attraccare pochissime barche – tra cui, fortunatamente, spesso la mia. È un luogo magico, che riesce sempre a darmi nuova energia, a rigenerarmi dopo una settimana intensa o alla fine di una vacanza. Lo consiglio a tutti… ma non venite in troppi!
Se dovesse descrivere la barca nata da questa collaborazione con un solo capo d’abbigliamento Kiton, quale sarebbe e perché?
La paragonerei a un giubbotto in vicuña blu, adatto a tutte le stagioni. Un capo dalla qualità inestimabile, raro e prezioso, capace di coniugare comfort, eleganza e resistenza. Proprio come questa barca, è il risultato di una ricerca estrema della perfezione, dove ogni dettaglio ha una funzione precisa e contribuisce a un’estetica senza tempo. È un simbolo di lusso autentico, che non ha bisogno di esibire ma semplicemente di essere vissuto.
Al di là del ruolo di AD, qual è la sua più grande passione al di fuori del mondo della moda? C’è un hobby o un’attività che la aiuta a mantenere l’equilibrio e a stimolare la sua creatività?
Come dicevo, la nautica è senza dubbio la mia più grande passione al di fuori del lavoro. Non mi considero un esperto, ma un diportista appassionato. Non vado per mare per dimostrare qualcosa, ma per trovare pace e silenzio. Uso la barca con attenzione, rispetto profondamente il mare: prima di ogni traversata controllo le previsioni, perché ho timore del mare – e proprio per questo lo amo. Ogni volta che posso, cerco di tornare in acqua. È lì che trovo equilibrio, ispirazione e nuova energia.






